26 gennaio 2016

Life as a videogame

Ci sono esperienze nella vita che vorresti skippare.
Next!
...Ah, non si può?
Oh.
Sempre più spesso mi sembra che nella vita funzioni come nei videogiochi: per andare avanti devi passare di livello. A volte è un piccolo sforzo. A volte basta una dritta da chi è già al livello 89. Ma certe volte proprio non ce n'è. Allora ci metti tanta buona volontà, e fallisci miseramente come un piccolo Charlie Brown. E allora, dici, vaffanculo, sai che c'è? Me ne frego dei livelli! Ecco. Sbonk! Altra testata, nulla di fatto.
Cambi strategia: non ti piace il tuo lavoro? Cambio lavoro. Non ti soddisfa il tuo compagno? Cambi compagno. Cambi taglio, taglia, città, nazione, vita. Ecco, però quella non cambia. Perché poi scopri che, dopo aver spaziato geograficamente e socialmente, visto paesaggi diversi, personaggi diversi, ti trovi a un'altra latitudine, sì, ma sempre del livello 3. Non è la vita che è a livelli, sei tu. Dovunque vada, con chiunque ti accompagni, non sfuggi alla tua presenza. Al tuo livello 3.
Personalmente, mi sono fatta un'idea al riguardo. Non passi al livello successivo finché non impari quel che c'è da imparare al tuo livello. E' la regola, anche nei videogiochi. C'è chi aspetta per decenni che il livello "finisca" e arrivi il successivo. Il guaio è che ci si può rimanere incastrati in eterno.

Soundtrack: https://www.youtube.com/watch?v=99ZYIECx1Vw


19 gennaio 2016

Memento

Through the raging storm
one step after another
one breath after another
keep the spark alive
no questions
no answers
things will come when they stop mattering.

Your maimed soul can heal
your mind can find peace
you're where you need to be.

Enjoy the ride.

18 gennaio 2016

Keep on smilin'

Il vento gelido che taglia la faccia, i chilometri a piedi, e poi ti volti per attraversare la strada e sbam, le alpi bianche e rosa all'alba, all'orizzonte. Le mie mattine. Quelle mattine, tutte, che partono con la marcia alta ma l'umore anche. Gli occhi umidi per il freddo, le solite facce che mi camminano incontro alla solita ora. Da giorni manco la coincidenza con Miguel Bosé in bicicletta. Chissà se ha cambiato orario. O se pedala più veloce.

Poi, come in un climax che prelude alla mia giornata, il traffico si fa più frenetico, le persone si moltiplicano. Due occhi mi cercano nella folla. Eccolo, il mio eroe. Tutto avviluppato nei suoi strati anti-freddo, l'uomo che vende i quotidiani. Si illumina in un sorrisone. Ciao, mi dice, buona giornata! Lo saluto e, mentre mi allontano, mi fa ciao con la mano. Come tutte le mattine. E così a tanti altri, in macchina o a piedi, che gli pagano un giornale al volo o che, come me, il giornale non l'hanno mai comprato. Lui saluta ciascuno con l'aria di chi è sinceramente contento di averti incrociato. Ogni mattina ne saluterà a decine, ma è come se ogni persona contasse.

Per un periodo, alcuni mesi fa, era sparito. Anche alcuni miei colleghi se ne erano accorti. Siamo stati in pensiero. Eravamo stati tentati di chiedere sue notizie al sostituto, come se potesse sapere qualcosa, quand'ecco che è ricomparso.

A lui va la mia gratitudine, per avere l'involontario dono di riportare ogni mattina le cose nella giusta prospettiva. Ma anche la mia ammirazione, per la sua capacità di ritagliarsi un angolino nel cuore e nella memoria delle persone.

Soundtrack: https://www.youtube.com/watch?v=bOH_mioL3TU

13 gennaio 2016

Chiedo venia, molodoi chelovek

Sera, guido verso casa. E' orario di rientro dal lavoro: i veicoli procedono lenti, i tempi ai semafori si dilatano e la mia attenzione balzella qua e là. Davanti a me, un SUV di fascia alta dalla targa insolita. Guardo meglio: è russa.
La mia curiosità è catturata dalla scritta in cirillico che corre lungo il bordo inferiore:
Ауди Центр Восток
Divertita, ci provo.
Au...
Au..di. Ah già, certo, Audi.
Audi... Vostok.

Sempre più concentrata per il timore di non risolvere in tempo il rebus, mi allungo in avanti, scruto, sillabando lentamente.
Audi Tsentr, Vostok!
Il trionfo mi disegna in faccia un sorriso sornione e soddisfatto. Ora posso ripartire tranquilla.
E infatti il traffico riprende a scorrere.
Il SUV si porta subito a destra e accosta. Io passo oltre, poi con la coda dell'occhio vedo nel retrovisore che, appena lo supero, si reinserisce nel flusso.

Ora, sarebbe entusiasmante raccontare di un inseguimento al cardiopalmo ma no, sono arrivata fino a casa senza problemi. Il fatto è che non riuscivo a smettere di ridere.
Chiedo venia, molodoi chelovek.

10 gennaio 2016

Sogni alcolici

Sempre per la rubrica decluttering, fogli di vent'anni fa riemergono dalle sabbie del tempo.
Ricordo durante la mia infanzia come, senza Internet, naturalmente ci si arrangiasse. La musica si registrava dalla radio, quando passava. Tenevo sempre un'audiocassetta nel registratore, pronta, per ogni evenienza. Da qualche parte in casa ci sono cassette piene di vecchi pezzi che inevitabilmente partono... in medias res. Disponendo di un numero limitato di cassette, neanche a dirlo quelle poche erano sfruttate per molteplici registrazioni, così che ogni tanto, per errore, tra una canzone e l'altra spuntavano note casuali di una stratificazione precedente.

Ma uno dei miei divertimenti preferiti era carpire le parole delle canzoni inglesi. Ora la libido viene uccisa dagli utili quanto asettici siti di lyrics. Ricordo che mi mettevo alla scrivania, un foglio e una matita, con la serietà e l'emozione della prima stesura delle Tavole della Legge. Play, pause, [togli pause], stop. Rewind, stop, play. Stop. Rewind, play, rewind. Con l'aumentare della foga, ignoravo i tasti di pausa e mandavo impietosamente avanti e indietro il nastro, ancora e ancora, come in un terzo grado, a spremergli fuori le sue sillabe segrete. Ferventi trascrizioni.

Oggi me ne sono ritrovata tra le mani una. Erano gli anni di un pubescente e osannato DiCaprio e della sua romantica prima e ultima crociera. La mia trascrizione cominciava così:
Every night in my drinks 
I see you, I feel you...

8 gennaio 2016

Inside out

Lights go out
drop all pretence
soft touch
a jolt
a weak defence
it's choking hot
I fight and gasp
you got me under
I got you lost.

On the leather
on the wall
please stop creeping in my soul
no need to see
no need to talk
you already know me
inside out.

Take it slow
sweet little pain
tomorrow we'll be
strangers again
but now can we stay
lost and desperate
just a little longer
close your eyes
and let me be,
just a little longer.

Track #1: https://www.youtube.com/watch?v=Qq4j1LtCdww
Track #2: https://soundcloud.com/dubstep24com/zaheer-heart-in-chains

7 gennaio 2016

Ciao, sì, ho spostato il Natale

Ohssì.
Niente ma.
Quest'anno per me
non c'è stato Natale. Ora
non mi dire "Ma il Natale lo devi sentire
dentro di te".
Un cazzo proprio.
Non ho avuto nulla se non
una flebile parvenza di Natale. E quindi
ora si rimedia. Un po' come le assemblee di condominio:
la prima convocazione
è andata deserta. Ma io non intendo
rinunciare. Avrò il mio Natale duemilaequindici.
Chi vuoi che se ne accorga? Una deformazione spazio-temporale
piccina picciò. Si terrà quando sarò pronta, che secondo le mie previsioni sarà
intorno a inizio febbraio 2016. Sono ora in pieno avvento.
Fatti i regali
di rito, fatti
i vari auguri
a conoscenti
parenti e colleghi, ingollati i panettoni, ora mi rimane tutto il resto. Mi lascerò sorprendere. Voglio godermi le luci, i colori, le musiche, le serate in buona compagnia, gli abbracci che scaldano la stanza, le notti sveglia a guardare film, i biscotti appena sfornati, le coperte accoglienti, la neve che verrà. Perché verrà.

5 gennaio 2016

I commit

I commit to go all out. To push myself the furthest, and then just one more yard.
I commit to push until it hurts, and then to heal, to push some more.
I commit to rearrange life into intense beauty.

The only way out is through. And I'm going for the rough path.

3 gennaio 2016

Esterno notte

Amo viaggiare in auto di notte. L'asfalto lucido che restituisce scie di luci, il buio fonoassorbente tutt'intorno là fuori, le sensazioni amplificate, lo sguardo fisso sulla strada: non esiste altro al di fuori delle strisce bianche e della musica che esce dallo stereo. Un corpo solo, lanciato in velocità sulla sua scatoletta, senza necessità alcuna di sostenere una conversazione.
Pensieri nudi e ruvidi nell'abitacolo vuoto.

Soundtrack: https://www.youtube.com/watch?v=6Sdu56gquJE

To my mind

You're but a tool.
You're but a toy.
I can unplug you to my pleasing. You won't have me.
There's so much more to me, to life, than you.

Thank you for these long years of faithful service and untrustworthy advising.
Now go get lost.

Soundtrack: https://www.youtube.com/watch?v=aAtlBM9iK_U

2 gennaio 2016

Pensieri random #1

E' la fragilità a renderci umani,
è la gioia a renderci divini,
è la spontaneità a renderci eterni.