10 gennaio 2016

Sogni alcolici

Sempre per la rubrica decluttering, fogli di vent'anni fa riemergono dalle sabbie del tempo.
Ricordo durante la mia infanzia come, senza Internet, naturalmente ci si arrangiasse. La musica si registrava dalla radio, quando passava. Tenevo sempre un'audiocassetta nel registratore, pronta, per ogni evenienza. Da qualche parte in casa ci sono cassette piene di vecchi pezzi che inevitabilmente partono... in medias res. Disponendo di un numero limitato di cassette, neanche a dirlo quelle poche erano sfruttate per molteplici registrazioni, così che ogni tanto, per errore, tra una canzone e l'altra spuntavano note casuali di una stratificazione precedente.

Ma uno dei miei divertimenti preferiti era carpire le parole delle canzoni inglesi. Ora la libido viene uccisa dagli utili quanto asettici siti di lyrics. Ricordo che mi mettevo alla scrivania, un foglio e una matita, con la serietà e l'emozione della prima stesura delle Tavole della Legge. Play, pause, [togli pause], stop. Rewind, stop, play. Stop. Rewind, play, rewind. Con l'aumentare della foga, ignoravo i tasti di pausa e mandavo impietosamente avanti e indietro il nastro, ancora e ancora, come in un terzo grado, a spremergli fuori le sue sillabe segrete. Ferventi trascrizioni.

Oggi me ne sono ritrovata tra le mani una. Erano gli anni di un pubescente e osannato DiCaprio e della sua romantica prima e ultima crociera. La mia trascrizione cominciava così:
Every night in my drinks 
I see you, I feel you...

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